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martedì 18 marzo 2014

Vento di primavera

¶ — “DI’ COM’È EGLI?”

— “COME IL VENTO DI PRIMAVERA, CHE VALICA IL DESERTO CON PIEDI DI NEMBO RECANDO L’ODOR DEI LEONI E IL MESSAGGIO D’ASTARTE.”


Gabriele D'Annunzio, Cabiria. Visione storica del terzo secolo a. C.,
Milano, Clamor, s.d. [1914], p. 27.

lunedì 10 giugno 2013

Felicità

SIGNORA O'BRIEN – L'unico modo per essere felici è amare: se non ami, la tua vita passerà in un lampo.
Fai del bene.
Meravigliati.
Spera.

Terrence Malick, THE TREE OF LIFE, 2011

domenica 9 giugno 2013

Convenzioni

ROBERT FROBISHER – Sixsmith, salgo i gradini dello Scott Monument ogni mattina, e tutto diventa chiaro. Vorrei poterti fare vedere tutta questa luminosità. Non preoccuparti, va tutto bene, va tutto così perfettamente maledettamente bene. Capisco ora che i confini tra rumore e suono sono convenzioni. Tutti i confini sono convenzioni, in attesa di essere superate; si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare. In momenti come questi, sento chiaramente battere il tuo cuore come sento il mio, e so che la separazione è un'illusione. La mia vita si estende ben oltre i limiti di me stesso.

Lana Wachowski, Andy Wachowski, Tom Tykwer, CLOUD ATLAS, 2012

mercoledì 16 gennaio 2013

Solitari

In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Sono una quota sperimentale che va alla deriva. Dietro di loro la traccia aperta si richiude.


Erri De Luca, Il peso della farfalla,
Milano, Feltrinelli, 2009, p. 27.


giovedì 31 maggio 2012

Silenzio

In uno dei suoi Shorts il poeta inglese Wystan H. Auden confessava: «Bisognosi anzitutto di silenzio e di calore, / produciamo / freddo e chiasso brutali». Il filosofo Friedrich W. Nietzsche osservava che «è difficile vivere con gli uomini perché è assai difficile farli stare in silenzio». Il vaniloquio filtrato dai cellulari, il flusso incessante delle notizie, il chattare senza tregua e senza contenuti veri, ma spesso solo in una marea di fatuità e vacuità, il fiume limaccioso delle volgarità o quello fangoso delle falsità fanno venire talvolta il desiderio che, per questa società della comunicazione di massa superinflazionata, si compia quanto si annuncia nel libro dell’Apocalisse: «Si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora» (Apocalisse 8, 1).

È come se nell’etere risuonasse un poderoso: «Zitti!», così da bloccare ogni sproloquio per almeno mezz’ora. La parola autentica e incisiva, in verità, nasce dal silenzio, ossia dalla riflessione e dall’interiorità, e per il fedele dalla preghiera e dalla meditazione. In mezzo al brusio incessante della comunicazione informatica, alla chiacchiera e all’immaginario televisivo e giornalistico, al rumore assordante della pubblicità, il cristiano (ma non solo) deve sempre saper ritagliare uno spazio di silenzio «bianco», che sia - come accade a questo colore che è la sintesi dello spettro cromatico - la somma di parole profonde, e che non è il mero silenzio «nero», cioè l’assenza di suono. Il Dio dell’Oreb si svela a Elia non nelle folgori, nel vento tempestoso e nel terremoto bensì in una qôl demamah daqqah, in «una voce di silenzio sottile» (1 Re 19, 12). Anche la sapienza greca pitagorica ammoniva che «il sapiente non rompe il silenzio se non per dire qualcosa di più importante del silenzio».

È solo per questa via che sboccia la parola assennata e sensata. Solo così si compie la scelta di campo sottesa a un famoso detto rabbinico: «Lo stupido dice quello che sa; il sapiente sa quello che dice».

sabato 12 maggio 2012

A spese dell'intelletto in generale

Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte. Nelle loro visioni grigie captano sprazzi d'eternità, e tremano, svegliandosi, nello scoprire di essere giunti al limite del grande segreto. In un attimo, apprendono qualcosa del discernimento del bene e qualcosa più che la pura e semplice conoscenza del male. Penetrano, senza timore né bussola nel vasto oceano della «ineffabile luce» e ancora, come gli avventurieri del geografo della Nubia, «aggressi sunt mare tenebrarum, quid in eo esset exploraturi».


Edgar Allan Poe, Eleonora,
in E. A. Poe, Tutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore,
Roma, Newton Compton Editori, 2006, p. 186.


mercoledì 8 febbraio 2012

Rothko Chapel

L'anelito spirituale espresso da molti artisti spesso ci offre il lato in ombra. Molte volte le vite degli artisti riflettono l'abbraccio necessario della notte oscura dell'anima.


John Buscemi, La Rothko Chapel,
in AA. VV., Liturgia e arte. La sfida della contemporaneità,
Magnano (BI), Edizioni Qiqajon, 2011, p. 162.

sabato 22 maggio 2010

Ricorsi

OCEANICA

Leggesi nel Globe inglese:


«Persone venute dall'Australia ci anunziano che quella colonia è caduta come per effetto magico dalla cima della prosperità nella più grande sventura. Le speculazioni stravaganti sui terreni, il prezzo irragionevole degli armenti, e soprattutto la mania di voler fare prestamente fortuna, tali sono le cause di questo cambiamento. Tuttavia gli elementi di prosperità e di ricchezza esistono come per lo innanzi, e le persone che avessero capitali da collocare ne trarrebbero colà benefizii certi».


Gazzetta Piemontese, n. 165, mercoledì 24 luglio 1844, p. 1.


sabato 8 maggio 2010

Il cammino

Ovunque si cammini, il cammino sancisce la nostra appartenenza, pur breve, a un mondo che attende le nostre meditazioni e i nostri pochi versi. Per onorarlo nella sua apparente insipienza, persino nella bruttezza o nel suo estasiante splendore.


sabato 24 aprile 2010

Evanescenza

O virtuosi, il corpo umano è impermanente, non è forte né durevole; deperirà ed è quindi instabile. Provoca inquietudine e sofferenze essendo soggetto a ogni tipo di malattia. Virtuosi, tutti gli uomini saggi non fanno assegnamento su questo corpo che è simile ad una massa di schiuma, inafferrabile. È come una bolla e non dura a lungo. [...] È simile a un'illusione essendo il prodotto di pensieri distorti. E simile a un sogno essendo modellato dalle opinioni false. È come un'ombra ed è provocato dal karma. [...] È simile a una nube fluttuante che si può disperdere in qualsiasi momento. È simile a un lampo perché non si trattiene il tempo di un pensiero. [...] È privo di un io perché è simile al fuoco (che uccide se stesso). È transitorio come il vento. [...] È irreale perché la sua esistenza dipende dai quattro elementi. È vuoto, non essendovi né l'io né il suo oggetto. [...] È impuro e pieno di sudiciume. È infedele e sebbene sia stato lavato, bagnato, vestito, e nutrito, infine deperirà e morirà. È una calamità, essendo soggetto ad ogni specie di malattia e sofferenza. È simile a un pozzo asciutto, poiché è inseguito dalla morte. È instabile e morirà.


Charles Luk (a cura di), VIMALAKĪRTI NIRDEŚA SŪTRA,
Roma, Ubaldini, 1982, p. 28.

sabato 20 febbraio 2010

Videocracy

"Io non ho fatto un film su Berlusconi. Di lui si parla già troppo. È un film sull'Italia di oggi nella sua versione più inquietante, così come l'ho percepita io. Su una parte di Italia che ha creato un sistema televisivo che ha avvolto e dominato l'altra metà. L'Italia dei trent'anni del berlusconismo. Dove la figura di Berlusconi è come un'entità onnipresente.
Chi si aspetta un'inchiesta su Berlusconi non la troverà. Perché in tutta questa ossessione mediatica sulle vicende giuridiche di Berlusconi, vicende per le quali dovrà un giorno rispondere nei tribunali, a me interessa parlare di un crimine molto più grosso. Un crimine per il quale Berlusconi non dovrà mai rispondere in un aula di tribunale. Perché non c'è niente di illegale nell'affondare culturalmente e moralmente un paese nella melma delle banalità, o come hanno scritto sul quotidiano Expressen in Svezia, nella scia del dibattito sorto intorno al film, parafrasando, Banalrepubliken. La repubblica del banale".


Erik Gandini, "Videocracy libro",
in VIDEOCRACY. COME TUTTO È COMINCIATO, a cura di Andrea Salerno,
Roma, Fandango Libri, 2009, pp. 81-82.


Scheda del libro su anobii.com

Link:

martedì 30 giugno 2009

Intervista a Sonia Alfano

Bisogna ricordare che l'Italia viene multata o deferita circa cinque volte al mese. Noi abbiamo battuto qualsiasi record sotto questo aspetto perché non rispettiamo né le direttive né tantomeno le sentenze della Corte di Giustizia europea. Alla fine paga sempre il cittadino e invece quello che noi vogliamo porre come obiettivo fondamentale è che queste sentenze vengano applicate entro sessanta giorni.

Sonia Alfano


In bocca al lupo. Con tutto il cuore!



w w w . s o n i a a l f a n o . i t

lunedì 29 giugno 2009

Documentario sulle abitudini del caimano


Citizen Berlusconi
The Prime Minister and the Press

Un documentario di Andrea Cairola e Susan Gray
Realizzato da Stefilm per il programma "Wide Angle"
di Wnet Thirteen New York, la maggiore emittente
della tv pubblica statunitense

Parte 1 - Parte 2 - Parte 3 - Parte 4 - Parte 5



Non c'è bisogno di cambiare la Costituzione: le leggi, le procedure si possono anche rispettare. Non è necessario cambiarle, visto che con il potere della televisione, che non esisteva ai tempi di Mussolini, e il potere della radio e della stampa, si può trasformare la democrazia in un contenitore vuoto.


La sostanza è andata persa o si perderà.

Giovanni Sartori

lunedì 22 giugno 2009

Tradizione

La tradizione non è il culto delle ceneri ma la trasmissione del fuoco.

Gustav Mahler

lunedì 18 maggio 2009

Dilemma

Mah, io mi domando perché realizzare un'opera, quando è così bello sognarla soltanto.


Pier Paolo Pasolini, IL DECAMERON, 1971

martedì 28 aprile 2009

Diritto

In Giappone, dove una lite in giudizio è un disdoro, come nella Cina tradizionale, trascurabile è il numero e il prestigio dei patrocinanti legali. Per ogni civilista giapponese, ce ne sono cento in Inghilterra! La prosperità sociale è ancora oggi in parte dovuta alla scarsità del lavoro giudiziario (cfr. Land without Lawyers, su «Time», 1° agosto 1983). Il primo esotista americano in Giappone, Lafcadio Hearn ammirava questa assenza di contese giudiziarie, uno degli elementi della quiete trasognata che l'aveva affascinato fino a fargli cambiare nazionalità, ma nel postumo Japan: An Attempt at Interpretation (1904) la riconduceva ad una terribile millenaria oppressione che aveva sradicato l'individualità dei Giapponesi. Né la narrativa locale né la storia civile del paese testimoniano però di scarsa individualità in Giappone e sicuramente l'assenza di spirito causidico è semplicemente dovuta alla preminenza della ratio legis sugli altri principi ermeneutici, che a sua volta è un prodotto del sincretismo interessato ai significati e non alle modalità espositive. Come esempio di eccelsa giurisprudenza la tradizione cinese porta un responso attribuito a Confucio. Tizio mutua una somma a Caio. Alla scadenza Tizio deve rivendicarla in giudizio. Caio dichiara che alienando tutto, anche la moglie e i figli, non riuscirebbe a pagare più dei due terzi del dovuto. Il giudice accerta che dice la verità e gli comanda di pagare un terzo del debito. Con la motivazione seguente: fu imprudente Tizio nel concedere il mutuo da un verso e dall'altro, condannando Caio a versare i due terzi, lo si getterebbe allo sbaraglio, potrebbe anche diventare un bandito e vendicarsi di Tizio, mentre se liquida un terzo del dovuto, può continuare a vivere, ma lavorando accanitamente e senza trovare più nessuno che gli impresti denaro; Tizio è d'altronde ricco e può reggere alla perdita. La pace, fine e significato d'ogni norma è così stabilita (A. Lavagna, Il nuovo codice penale della Repubblica della Cina, su «Asiatica», Roma, III, 1936, pp. 118-133).


Elémire Zolla, VERITÀ SEGRETE ESPOSTE IN EVIDENZA,
Venezia, Marsilio, 1996, p. 12, nota 6.

lunedì 30 marzo 2009

Numero di Dunbar

Da Wikipedia:


Il numero di Dunbar, conosciuto anche come la regola dei 150, afferma che le dimensioni di una vera rete sociale sono limitate a circa 150 membri. Questo numero è stato calcolato da studi di sociologia e soprattutto di antropologia, sulla dimensione massima di un villaggio (in termini più attuali meglio definibile come un ecovillaggio). Viene teorizzato nella psicologia evoluzionista che il numero potrebbe essere una sorta di limite superiore all'abilità media degli esseri umani di riconoscere dei membri e tenere traccia degli avvenimenti emotivi di tutti i membri di un gruppo. In alternativa potrebbe essere dovuto a una questione economica, e al bisogno di individuare gli "scrocconi", in quanto gruppi più grandi tendono a facilitare il prosperare di ingannatori e bugiardi. Ad ogni modo, sembrerebbe che il capitale sociale venga massimizzato a queste dimensioni.

venerdì 30 gennaio 2009

Luce e ombra

Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.

Johann Wolfgang von Goethe, GÖTZ VON BERLICHINGEN, Atto I, 1773

mercoledì 10 dicembre 2008

Consumatum est

Oh! Se questa mia carne troppo, troppo solida si dissolvesse, fondesse e sgelandosi si sciogliesse in rugiada!


W. Shakespeare, AMLETO, Atto I, scena II

Lo dico sinceramente: non considero niente di più feroce della banalissima televisione. [...]
Io vedo chiaramente il terrore negli occhi degli annunciatori e degli intervistati ufficiali. Non va pronunciata una parola di scandalo, praticamente non può essere pronunciata una parola, in qualche modo, vera.


P. P. Pasolini

sabato 29 novembre 2008

Sull'estetica di Arvo Pärt

Quando Pärt ha detto, in un'intervista, che il carattere oggettivo della sua musica è il risultato della rigorosa adesione alle regole che lui stesso ha scelto, non lo si deve intendere come una specie di esistenzialismo che lascia alle note e ai suoni la loro vita e rinuncia a controllarli. Il discorso dell'oggettività rimanda a un comportamento che fa sì che il soggetto si ritragga non per essere eliminato, ma per aprirsi a influssi esterni: nel caso specifico, all'oggetto linguistico. La convinzione che il soggetto venga in tal modo perfezionato, che si tiri indietro e che dia fiducia a forze che agiscono esternamente, è in ultima analisi un atteggiamento religioso profondo. [...]


ARVO PÄRT ALLO SPECCHIO, a cura di Enzo Restagno,
Milano, Il Saggiatore, 2004, p. 163